RIOCCUPAZIONE DELLE UNIVERSITà

E’ di queste ultime ore la notizia che l’insegnamento universitario proseguirà con le modalità online fino alla fine del 2020.
Se e quando il brutto film, in cui fungiamo pirandellianamente da spettatori e figuranti, avrà fine, gli studenti avranno trascorso un anno di studio universitario in reclusione domestica, con tutto ciò che ne consegue: azzeramento di contatti sociali, di indipendenza dalla famiglia, di esperienze di vita.
Nella assoluta tutela della salute e della sua prevenzione, sono configurabili diverse alternative di approccio che salvaguardino la possibilità per gli studenti di proseguire nella realtà, quindi non virtualmente, il loro percorso di formazione. Ad esempio, la possibilità, per tutti – studenti e corpo docente - di seguire le lezioni live, nelle aule universitarie, o in via informatica.
Se il Governo, le Regioni, le amministrazioni universitarie non prendono in considerazione le alternative, limitandosi alla ormai nota strategia “muoia Sansone e tutti i filistei”, non è per incapacità di comprendere, ma per una precisa strategia globale di atomizzazione domestica, condizionata e condizionante, tesa fondamentalmente a prevenire ed annullare ogni possibilità di scambio, quindi di elaborazione collettiva di idee, quindi di crescita.

Noi riteniamo che un percorso di formazione “in carne ed ossa”, e non in senso figurato – anche, eventualmente, con professore via zoom, sia indissolubile dal diritto effettivo allo studio previsto dalla Costituzione.
Il Governo ha ritenuto che sia passato il tempo del confronto personale.
Noi riteniamo invece che sia passato il tempo delle chiacchiere. Invitiamo quindi gli studenti, i professori ed altro personale docente e tecnico delle università che ritengano che questo provvedimento leda il diritto allo studio a mettersi in contatto con il nostro team, scrivendo una email a: universita.covid19@gmail.com  per avere tutte le necessarie informazioni.

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