AZIONI CONCRETE: NESSUNA CONSEGUENZA DELLE SCELTE DEL GOVERNO DEVE RICADERE SU LAVORATORI ED AZIENDE





La crisi finanziaria conseguente al coronavirus covid 19, è stata causata, esclusivamente, dalla scelta politica del governo di fermare, per mesi, pressochè integralmente, tutte le attività produttive. Si tratta di una crisi a rilascio, perché le misure di distanziamento, è ormai certo, si prolungheranno per mesi. 
Il fondamento di merito della scelta di chiusura integrale è del tutto opinabile: come è noto non è stata attuata da molti altri Paesi. Ancora più discutibile è il protrarsi, a data da destinarsi, delle misure di “distanziamento”. I proclami autocelebrativi di quello che risulta essere un disastro epocale, licenziati come se fossero un successo, inducono a ritenere che il governo non abbia la cognizione della realtà.
La risposta che occorre mettere in campo è quella di una opposizione giuridica globale che si opponga e depotenzi ogni provvedimento distruttivo ed impedisca che si pervenga agli esiti di cancellazione della ricchezza attuale e futura del Paese.
Una azione concreta, che da un lato porti al riconoscimento del risarcimento dei danni subiti, e dall’altro blocchi ogni risvolto di danno indiretto, tributario, finanziario, lavorativo, conseguente ai provvedimenti governativi. 
Nessuna persona deve perdere il posto di lavoro, e nessuna azienda devono portare i libri in Tribunale per una responsabilità che non si può loro addebitare e per essere stata posta nelle condizioni di non lavorare e non maturare profitti.
E’ un obiettivo che si può raggiungere perché si tratta, solo, di  far rispettare i fondamenti elementari dello stato di diritto.

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