Li abbiamo battuti tante volte i tedeschi nel football...ma ora scendiamo a confrontarci in un campo diverso.
Sul Corriere della Sera è stato pubblicato, finalmente, un articolo nel quale viene posto l’interrogativo del perché in Italia ci sono più contagiati che in Germania.
La domanda su questo blog è stata posta ripetutamente ed è stata data una risposta, recitata come un mantra, imputando all'abnorme disservizio del sistema burocratico-sanitario, la responsabilità dell'anomalia italiana nel numero dei decessi.
Pare essere arrivato, molto tardivamente. alla medesima conclusione, seppure molto edulcorata, anche il principale giornale del mainstream italiano. I dati salienti – corroborati da ulteriori fonti - che emergono dall’articolo del quotidiano milanese sono i seguenti:
Italia
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Germania
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1
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Numero contagiati
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1,5%
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1,3%
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2
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Numero deceduti sui contagiati
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12%
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1%
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3
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Età media dei contagiati
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< 62 anni
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< 49 anni
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4
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Sistema ospedaliero
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12 postazioni di terapia intensiva ogni 100.000 pazienti
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Inizialmente: 34 ogni 100.000 pazienti, saliti a 40.000 nell’arco di un mese.
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5
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Incidenza costo sanità sul PIL , a partire dal 2017
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6,6%, in calo
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9,6% del PIL
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6
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Incidenza spesa sanitaria diretta delle famiglie
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655 (che copre il 26% dell’assistenza sanitaria)
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668
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7
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Modalità di contenimento
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"Stai a casa" ovvero “Muoia Sansone con tutti i filistei”
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400.000 temponi alla settimana; si progettano 100.000 al giorno à intervento rapido di terapie e quarantene
Modello coreano.
È ammesso uscire di casa, anche in coppia/ famiglia. La produzione industriale non è mai stata fermata.
Entro fine aprile: testing di immunita, al fine di certificare i guariti da Coronavirus e, con tale certificato possono ritornare al lavoro.
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In relazione alle prime tre righe della tabella, è evidente la necessità di criteri uniformi per il conteggio: si tratta, come abbiamo già chiesto in altri post, di dati relativi a deceduti “con” o “di” coronavirus?
Le due righe successive evidenziano le carenze del sistema italiano, rispetto al sistema tedesco. Il dato macroscopico che emerge è che la spesa sanitaria privata nei due paesi è simile. Il dato che la tabella non precisa, ma che fa la differenza, è che nel sistema tedesco ogni cittadino è tenuto a scegliere la propria assistenza (pubblica o privata). Chi sceglie il sistema privato, non paga i contributi nel sistema pubblico. In Italia, al danno si unisce la beffa: ogni cittadino è obbligato a contribuire al colabrodo della sanità nazionale, e poi, per avere una assistenza adeguata, deve andare a pagare privatamente.
Le misure di contenimento parlano da sole e fanno, una volta di più, emergere tristemente la scarsezza di chi in Italia decide dei nostri destini.
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