LA CONFERMA STATISTICA DELLA IRRILEVANZA DEL LOCKDOWN



E' stato pubblicato dal Corriere della Sera il risultato di una serie di studi avviati da un team internazionale di scienziati, a guida italiana, che fa chiarezza sulla effettiva efficacia del lockdown. L'equipe è composta da Stefano Centanni, ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Milano e direttore dei reparti di pneumologia degli Ospedali San Paolo e San Carlo, sempre a Milano, tra gli ospedali più validamente in prima linea nella lotta contro il Covid-19. In poche ore il team è costituito, con i professori Giovanni Sotgiu (Epidemiologia, Università di Sassari), Monica Miozzo (Genetica Medica, Università di Milano), Giorgio Walter Canonica (Asma e Malattie respiratorie, Humanitas University, Milano), Joan Soriano (Epidemiologia, Università di Madrid), J. Christian Virchow (Pneumologia e Terapia Intensiva, Università di Rostock) e Alberto Giovanni Gerli, ingegnere esperto di big data e imprenditore.  

Il punto saliente del lavoro si sintetizza nel seguente passaggio : “I risultati sono sfociati in un modello predittivo delle vittime estremamente preciso, che coincide in tutti i Paesi, anche in quelli dove le industrie non sono mai state chiuse e i cittadini sono liberi di muoversi, come la Germania o la Svezia. Dunque: sono solo i primi 17 giorni successivi all’applicazione delle misure di contenimento (lockdown) a determinare l’entità della diffusione del contagio nella pandemia di Covid-19, che sembra dipendere esclusivamente dai focolai divampati per caso nei primi giorni (come quello successo all’ospedale di Codogno o la partita Atalanta–Valencia) e non dalle differenze nel rigore del lockdown. Di conseguenza, qualsiasi misura restrittiva applicata dopo i primi 17 giorni (come la chiusura delle industrie o i divieti alla libertà di movimento dei cittadini) incide poco o nulla sull’andamento dei contagi e sul numero finale delle vittime”

Prosegue il prof. Centanni: “Ho ricostruito la curva dei contagi e dei pazienti deceduti partendo dai dati cinesi, in particolare della provincia dell’Hubei. Il segreto è stato nel dividere la curva in due parti, prima e dopo il picco giornaliero di casi. Le curve di tutte le nazioni del mondo si assomigliano per forma: una polinomiale di terzo grado prima, una asimmetrica sigmoidale poi. La magnitudine è invece dipendente solo da quanto crescono i dati nei primi giorni», spiega Gerli, autore anche di un sito interattivo (www.predictcovid19.com) dove, usando le equazioni da lui ricostruite, è possibile ottenere le previsioni di sviluppo dell’epidemia in ogni comunità del mondo, piccola come un quartiere o grande come un continente, solo a partire dall’andamento dei primi 17 giorni. I numeri sembrano quasi magici. Spiega il Corriere: “È il 10 marzo, in Italia si registrano 631 morti e il modello prevede – ad esempio – per il 18 aprile 23.873 morti, indipendentemente dalle misure restrittive: nella realtà i casi registrati sono stati 23.227, poche centinaia dimeno.                                              

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Dopo oltre un mese dall' invenzione di contaminazioni a milioni, di ecatombe di morti,mai verificatesi, di richieste di museruole a vita per tutti i bipedi, di distanziamenti, 
siamo: "al contrordine compagni!" Scusateci, forse non abbiamo capito nulla. Troppo facile distruggere vite ed economia diffondendo notizie allarmanti fasulle, provocare danni infiniti e sperare di cavarsela senza conseguenze, tra l'altro sapendo già, a metà marzo che era tutta una finzione...
 
 


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