DIFFIDE INVIATE ALL'ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA' ED ALLA PROTEZIONE CIVILE




“È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente e, per dire così, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per la varietà delle circustanze (…) “

In questi momenti di assordante e compiaciuto tripudio e trionfo  della drammatizzazione, della spettacolarizzazione,  della superficialità e della genericità, si rende necessario portare il focus dell'affaire coronavirus sulle sue effettive e concrete manifestazioni. 
Soccorre, a tal fine, il fulminante aforisma di Guicciardini, contrapposto all'approccio machiavellico, brutalmente autoritario, attualmente imperante.
Queste sono le comunicazione inviate, in data 25 marzo 2020, via PEC all'Istituto Superiore della Sanità ed alla Protezione Civile.  

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Il sottoscritto, anche in qualità di Presidente del costituendo Osservatorio per la trasparenza sull’informazione della diffusione dati del virus COVID 19

                                                         premesso che

- ogni giorno nella conferenza stampa congiunta delle ore 18:00, a cui partecipano  i responsabili dell’ Istituto Superiore di Sanità e della Protezione Civile, viene affermata la riconducibilità di uno specifico numero di morti, al coronavirus;
- che, al contrario, nel sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità compare, ogni giorno, la specifica dicitura che non è stato verificato che tutti i morti indicati nella conferenza stampa siano riconducibili al coronavirus;
- che le contraddizione tra le due informazioni non risulta sostenibile, ingenerando una confusione concettuale inaccettabile e del tutto ingiustificata e determinando, soprattutto, un abnorme allarme pubblico suscettibile di condizionare e turbare, oltre all’opinione pubblica, anche gli organismi deputati all’assunzione di misure di ordine pubblico
                                                               chiede 

che nella conferenza stampa siano sempre evidenziati i seguenti dati e fornite le seguenti informazioni:

- quanti morti siano attribuibili, con esclusivo nesso causale, al coronavirus;

- sia precisato se i morti dichiarati come riconducibili al coronavirus fossero degenti in ospedale o meno, ed il numero dei primi e dei secondi;

- sia precisato se i morti di dubbia attribuibilità al coronavirus siano deceduti in ospedale o meno, ed il numero dei primi e dei secondi;

- sia precisato il numero dei morti  giornaliero, in assoluto, in Italia.

- qualora, per motivi temporali-organizzativi, non dovesse essere disponibile il dato relativo all’attribuzione, con certezza, al coronavirus dei morti, precisare, con particolare enfasi, questa specifica informazione, e comunicare il dato certo del numero di decessi attribuibili direttamente al coronavirus appena elaborato, precisando i termini necessari per attuare tale incombenza.
                                                         
In assenza di precisazione divulgata in forma pubblica di tali dati, mi riservo ogni opportuna azione in sede legale per la tutela di tutti i diritti di corretta informazione che dovessi ravvisare come violati

Distinti saluti


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Il sottoscritto, anche in qualità di Presidente del costituendo Osservatorio per la trasparenza sull’informazione della diffusione dati del virus COVID 19

                                                           premesso che

- da notizia Ansa delle 13 39, ed anche nel corso della Conferenza stampa congiunta Istituto Superiore di Sanità e Protezione Civile del giorno 25 marzo 2020, si è appreso che pazienti italiani siano stati trasportati in Germania per essere curati;
- che da verifiche concrete effettuate presso l’ospedale di Forlì, Cesena ed il Sant’Orsola di Bologna risultano libere e disponibili stanze di degenza che potrebbero ospitare senza alcun problema i pazienti inviati in Germania;

                                                                  chiede 

di conoscere il motivo per il quale i citati pazienti siano stati sottoposti ad un lungo e difficile trasferimento all’estero, quando avrebbero potuto essere ricoverati in strutture altrettanto adeguate distanti poche ore.
Distinti saluti

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